



Ci sono fasi della crescita che sembrano sospese tra il prima e il dopo, momenti in cui l’infanzia inizia a lasciare spazio a qualcosa di nuovo. L’età della Prima Comunione è una di queste. Non parlo del rito religioso, ma di quel sottile cambiamento che avviene nei bambini attorno ai 9-10 anni: lo sguardo si fa più profondo, il sorriso più consapevole, i tratti iniziano a trasformarsi. È un passaggio delicato e prezioso, che merita di essere raccontato.
A questa età, i bambini vivono un momento unico: sono ancora pieni della spontaneità dell’infanzia, ma iniziano a mostrare le prime sfumature della personalità che li accompagnerà nell’adolescenza. Fotografarli ora significa catturare questa transizione, creando immagini che restituiranno, a distanza di anni, il ritratto autentico di un’età effimera, ma piena di magia.
Le mie sessioni fotografiche dedicate a questa fascia d’età non hanno nulla a che vedere con la cerimonia, ma con l’essenza di questo momento di crescita. Uso la fotografia per raccontare chi sono ora, in un modo che rimanga vero anche in futuro. Attraverso giochi di luce, pose naturali e un tocco creativo, creo immagini senza tempo, capaci di trasmettere emozioni al di là degli anni.
Un ritratto scattato oggi sarà un tesoro domani. Per i bambini, sarà la testimonianza di un periodo di vita che forse nemmeno ricordano con chiarezza. Per i genitori, sarà un modo per custodire quell’età fugace prima che lasci spazio alla crescita. Per entrambi, sarà un ponte verso i ricordi, un modo per fermare il tempo, almeno in una fotografia.
Se anche tu vuoi fermare questo momento speciale con immagini che parlano di autenticità e bellezza senza tempo, contattami: sarò felice di creare insieme un ricordo che resterà per sempre.

































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Il progetto lungo un’anno che testimonia la crescita del tuo bambino.
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Quante volte vi sarà capitato di essere di fronte a un momento memorabile e avete deciso di scattare una foto con lo smartphone e le aspettative non sono state soddisfate?
seguite il link qui sotto per una piccola guida su come migliorare i vostri scatti.
Questi ultimi 2 mesi mi hanno fatto riflettere sulle lezioni che ho imparato nell’avere una partita iva, mantenere i rapporti con i clienti, gestire le spese, stare in equilibrio tra il lavoro e gli affetti dall’interno delle mura domestiche, cercando di non sclerare.
Personalmente non ho minimamente pensato quanto sia difficile lavorare (da casa) e prendere cura di una bimba di 5 anni. Sono stata colta di sorpresa di quanto mia figlia mi stava reclamando ogni volta che fissavo il pc per più di 10 minuti. Sono stata sempre molto fiera dalla mia determinazione e la mi dedizione nel portare i compiti alla fine, ma in questi mesi sono stata sopraffatta da un turbine di emozioni miste tra il senso di colpa che mia figlia guarda troppa tv e l’idea di fare tante cose insieme a lei, tra la rabbia che non riesco a portare un lavoro al termine e la desolazione dell’esilio domestico.
Prendersi cura dei figli in quarantena è un’altalena tra la cosa più bella e la più tragica insieme. Non ti puoi permettere di dormire fino a tardi, oppure non apparecchiare per pranzo. Ma nello stesso tempo non ti senti solo.
Qualunque sia il vostro lavoro, una volta diventati genitori si deve ridimensionare tutto, compreso il lavoro. E non sentirti in colpa se le tue motivazioni cambiano, apprezza di più il tuo tempo libero insieme alla famiglia e accetta il fatto che sei meno produttivo.
E trova del tempo per te!
Tra il lavoro e la famiglia una donna facilmente riempie la giornata. Ma…devi trovare del tempo per te stessa. Un aperitivo con un’amica, una pedalata in campagna, un caso di ballo/disegno/yoga ti faranno diventare una mamma migliore perché concentrarti anche sui tuoi bisogni la frustrazione sparisce (provare per credere).
Illustrazione di Aart-Jan Venema.
